domenica 13 marzo 2011

La biblioteca suggerisce ...

Con l'intento di fornire un ulteriore servizio ai nostri lettori iniziamo, con questo post, una collaborazione tra il nostro blog e la Biblioteca Comunale di Chianciano Terme, per dare dei suggerimenti di lettura a cura della nostra bibliotecaria Anna Maria Settimi (in alto a sinistra cliccando su biblioteca info si ottengono informazioni su orari tel ecc.):

Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa

Incipit

"Da trentacinque anni lavoro alla carta vecchia ed è la mia love story. Da trentacinque anni presso carta vecchia e libri, da trentacinque anni mi imbratto con i caratteri, sicché assomiglio alle enciclopedie, delle quali in quegli anni avrò pressato sicuramente trenta quintali, sono una brocca piena di acqua viva e morta, basta inclinarsi un poco e da me scorrono pensieri tutti belli, contro la mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono miei e provengono da me e quali li ho letti, e così in questi trentacinque anni mi sono connesso con me stesso e col mondo intorno a me, perché io quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiarsi a lungo un bicchierino di liquore, finché quel pensiero in me si scioglie come alcool, si infiltra dentro di me così a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari."

trama

Hanta, il protagonista, da più di trent'anni pressa carta vecchia, con un metodo non privo di fantasia, beve birra e, ogni tanto, salva qualche bel libro dal macero, lo porta a casa; ormai i volumi occupano ogni spazio, ogni anfratto vitale, gli incombono sulla testa persino nel gabinetto. Il protagonista si astrae dalla realtà, dialoga con i grandi. Il lavoro gli è lieve, con le sue pause e le sue gioie, il contatto sacrale con la materia, la carta, i libri, la parola stampata. Ha tempo per riflettere, è diventato colto suo malgrado, assapora le piccole e grandi gioie della cultura, mentre il suo capofabbrica incombe minaccioso, opprimente, scontento, latore dei freddi principi di autorità e di prestazione, incarnazione di una realtà che sembra avere in uggia l'intelletto, la cultura, cose superate, non necessarie alla produzione. Ormai, un mondo vecchio è finito e ne avanza uno nuovo, igienista e frettoloso, impersonale e indifferente, monocorde e forte. Il mondo nuovo percepisce i libri come semplice carta straccia. Il lavoro, amorevole e artigianale del protagonista è destinato a trasformarsi in freddo, inesorabile, efficiente, insensibile e disumano lavoro industriale. Hanta, incapace di adattarsi ed escluso, ne farà le spese e si suiciderà all'interno della sua stessa pressa. Un suicidio pensoso e filosofico.

Commento

Libro strano e difficile, questo di Hrabal, poetico, incoerente, onirico, autobiografico, evocativo, a cominciare dal bel titolo, narrazione ricca di simboli, dove realtà e fantasia si mischiano e che contiene un incomparabile elogio della lettura. Hrabal ha messo molte cose in questo breve libro. Ci sono Praga, gli umori e gli odori, le osterie, i tipi originali, le avanguardie, la vita. C'è anche un sentore di disfacimento, di putredine, di claustrofobica oppressione, che sembra presagire lo sgretolamento di un regime. Ma c'è, soprattutto, l'omaggio ai bibliofili, agli innamorati dei libri, smarriti fra le pagine scritte, fino a mescolare la realtà esterna con i propri pensieri, fino a perdere quell'efficienza mondana meccanica e insensibile.

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