Un thè con gli Etruschi
sabato 1 dicembre ore 17 -
Museo Archeologico Chianciano Terme
con questo appuntamento entriamo nel vivo delle conferenze di carattere archeologico:
"Gioielli ed oreficerie nel mondo antico"
Dott.ssa Daniela Ferrari - Museo Archeologico Bologna.
Nel corso della serata sarà possibile degustare i pasticcini offerti dalla "Pasticceria Marabissi" accompagnati dal nostro "famoso" Thè
mercoledì 28 novembre 2007
giovedì 22 novembre 2007
il vino novello - un thè con gli etruschi
Un thè con gli Etruschi
sabato 24 novembre ore 17 - Museo Archeologico Chianciano Terme
dopo un sabato con le acque (quelle termali) passiamo ad un sabato con il vino:
"Il Nuovo Novello - vecchie e nuove tecniche di vinificazione del vino Novello"
Luca Gattavecchi - Azienda Agricola "Poggio alla Sala" - Cantine Gattavecchi.
al termine della conversazione sarà possibile degustare il vino Novello Gattavecchi accompagnato con caldarroste. Per chi ama la tradizione sarà anche possibile degustare i pasticcini offerti dalla "Pasticceria Grand'Italia" accompagnati dal nostro "famoso" Thè
sabato 24 novembre ore 17 - Museo Archeologico Chianciano Terme
dopo un sabato con le acque (quelle termali) passiamo ad un sabato con il vino:
"Il Nuovo Novello - vecchie e nuove tecniche di vinificazione del vino Novello"
Luca Gattavecchi - Azienda Agricola "Poggio alla Sala" - Cantine Gattavecchi.
al termine della conversazione sarà possibile degustare il vino Novello Gattavecchi accompagnato con caldarroste. Per chi ama la tradizione sarà anche possibile degustare i pasticcini offerti dalla "Pasticceria Grand'Italia" accompagnati dal nostro "famoso" Thè
un thè con gli etruschi
Un Thè con gli Etruschi
4° Ciclo - Programma incontri 2007-2008
Museo Archeologico Chianciano Terme
(in collaborazione con il Museo Civico Archeologico di Bologna)
2007
sabato 17 dicembre ore 17 - Paolo Dell'Agnello: Le Acque termali - Genesi e protezione.
sabato 24 dicembre ore 17 - Luca Gattavecchi: Il Nuovo Novello - Vecchie e nuove tecniche di vinificazione
sabato 1 dicembre ore 17 - Daniela Ferrari :Gioielli e oreficerie nel mondo antico
sabato 8 dicembre ore 17 - Claudio Negrini :L'Etruria Padana - Felsina
sabato 15 dicembre ore 17 - Daniela Ferrari :Animali fantastici e animali reali nel mondo antico
sabato 22 dicembre ore 17 - Claudio Negrini :L'Etruria Padana - Spina e Marzabotto
2008
sabato 5 gennaio ore 17 - Marco Mengoli: Recenti letture cinematografiche di storia antica
sabato 12 gennaio ore 17 - Anna Gamberini: Da Catone a Trimalcione: l'alimentazione nel mondo romano
sabato 19 gennaio ore 17 - Barbara Faenza: Maternità e dee madri sulle rive del Nilo
sabato 26 gennaio ore 17 - Marco Mengoli: Le antiche scritture egiziane
sabato 2 febbraio ore 17 - Marco Mengoli: Prime nozioni di geroglifico
sabato 9 febbraio ore 17 - Claudio Negrini: Ercole e i pomi delle Esperidi: culti, dei e miti nella Bologna etrusca
sabato 16 febbraio ore 17 - Barbara Faenza: Alla ricerca dell'Eden perduto: tesori dell'antica Mesopotamia
sabato 23 febbraio ore 17 - Daniela Ferrari: La faïence egizia: una ceramica ad alta tecnologia
sabato 1 marzo ore 17 - Barbara Faenza: La cura del corpo nell'Antico Egitto: medicina, cosmesi e mummificazione
4° Ciclo - Programma incontri 2007-2008
Museo Archeologico Chianciano Terme
(in collaborazione con il Museo Civico Archeologico di Bologna)
2007
sabato 17 dicembre ore 17 - Paolo Dell'Agnello: Le Acque termali - Genesi e protezione.
sabato 24 dicembre ore 17 - Luca Gattavecchi: Il Nuovo Novello - Vecchie e nuove tecniche di vinificazione
sabato 1 dicembre ore 17 - Daniela Ferrari :Gioielli e oreficerie nel mondo antico
sabato 8 dicembre ore 17 - Claudio Negrini :L'Etruria Padana - Felsina
sabato 15 dicembre ore 17 - Daniela Ferrari :Animali fantastici e animali reali nel mondo antico
sabato 22 dicembre ore 17 - Claudio Negrini :L'Etruria Padana - Spina e Marzabotto
2008
sabato 5 gennaio ore 17 - Marco Mengoli: Recenti letture cinematografiche di storia antica
sabato 12 gennaio ore 17 - Anna Gamberini: Da Catone a Trimalcione: l'alimentazione nel mondo romano
sabato 19 gennaio ore 17 - Barbara Faenza: Maternità e dee madri sulle rive del Nilo
sabato 26 gennaio ore 17 - Marco Mengoli: Le antiche scritture egiziane
sabato 2 febbraio ore 17 - Marco Mengoli: Prime nozioni di geroglifico
sabato 9 febbraio ore 17 - Claudio Negrini: Ercole e i pomi delle Esperidi: culti, dei e miti nella Bologna etrusca
sabato 16 febbraio ore 17 - Barbara Faenza: Alla ricerca dell'Eden perduto: tesori dell'antica Mesopotamia
sabato 23 febbraio ore 17 - Daniela Ferrari: La faïence egizia: una ceramica ad alta tecnologia
sabato 1 marzo ore 17 - Barbara Faenza: La cura del corpo nell'Antico Egitto: medicina, cosmesi e mummificazione
giovedì 15 novembre 2007
acque termominerali - un thè con gli etruschi
Un thè con gli Etruschi
tornano gli appuntamenti del sabato pomeriggio al Museo archeologico delle Acque.
come ormai da alcuni anni riprendiamo gli incontri sui temi dell'archeologia e del territorio
sabato 17 novembre 2007 ore 17,30 per "sgranchirsi" dal periodo di riposo estivo iniziamo con qualcosa di "leggero": il nostro socio Paolo Dell'Agnello parlerà sul tema
"Le Acque termominerali - Genesi e protezione"nel corso della serata, come tradizione, sarà possibile degustare i pasticcini offerti dalla "Pasticceria Centro Storico" accompagnati dal nostro "famoso" Thè e da un goccio di "dolcenero" della cantina Gattavecchi
giovedì 8 novembre 2007
Scrivono di Noi
Osservatore Romano del 20/10/2007
riportiamo l'articolo a firma del conservatore della sezione etrusca dei Musei Vaticani
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A Tolle di Chianciano Terme la più grande necropoli orientaleggiante e arcaica dell'Etruria settentrionale interna.
Nelle figurazioni delle anfore funerarie il viatico verso l'incognita realtà ultrà mondana
Osservatore Romano del 20/10/2007
riportiamo l'articolo a firma del conservatore della sezione etrusca dei Musei Vaticani
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A Tolle di Chianciano Terme la più grande necropoli orientaleggiante e arcaica dell'Etruria settentrionale interna.
Nelle figurazioni delle anfore funerarie il viatico verso l'incognita realtà ultrà mondana
"Tutti vasi antichi sono etruschi". Nel suo dizionario dei luoghi comuni, Gustav Flobert, con elegante e concisa ironia, faceva il punto su un'annosa questione, già chiarita da diverso tempo nel mondo accademico, ma ignorato dai più, le straordinarie e incalzanti scoperte del primo 800 in Etruria, avevano in qualche modo egemonizzato l'immagine dell'antico, al punto da far considerare etrusco tutto ciò che nelle tombe si rinveniva, anche le ceramiche figurate di importazione: in realtà greche di nascita ma etrusche di adozione.
Non bisogna comunque cadere nell'errore inverso, poiché già nelle più antiche raccolte, accanto ai capolavori della ceramica greca, erano presenti vasi genuinamente etruschi questi, che apparivano sicuramente di uno stile più imbarbarito e corsivo, hanno rappresentato, sino a tempi recenti, se non un ministero almeno un problema, in quanto a classificazione, datazione, interpretazione, poiché per buona parte ne erano ignoti i contesti di provenienza.
Chi nel corso dell'estate appena conclusa a avuto la felice opportunità di vagare per la campagna senese, fuori dai percorsi del turismo di massa, potrebbe essersi imbattuto in una piccola mostra, intitolata " immagini etrusche: tombe con ceramiche a figure nere alla necropoli di Tolle a Chianciano Terme, e allestita a Castelluccio la Foce, non lontano dalla più nota città termale.
Di questa mostra, forse sfuggita a molti, resta ora il bel catalogo scritto da Giulio Paolucci, per i tipi di Silvana Editore. Con una presentazione gradevole, che aggira il taglio tematico ristretto, viene focalizzato un momento della storia di questa parte il territorio di Chiusi in età tanto arcaica. Negli anni grosso modo coincidenti con il regno di Porsenna..
Si tratta in realtà dell'epilogo di un più ampio scenario narrato dalla necropoli di Tolle che costituisce, con oltre 700 tombe scavate sino ad oggi, la più grande necropoli orientaleggiante e arcaica dell'Etruria settentrionale interna. Salvatasi dalle spoliazioni degli scavatori clandestini, questa vasta evidenza è oggetto da oltre un decennio di un paziente scavo e studio sistematico cura del Museo civico archeologico di Chianciano terme, diretto dallo stesso Paolucci.
Le sepolture tardo arcaiche della necropoli di Tolle appaiono in ideale unità con le usanze delle epoche precedenti. Si pensi ai più antichi ossuari antropomorfi, ne sono stati rinvenuti un centinaio nella necropoli, il cui rito della incinerazione appare mitigato dalle fattezze umane assunte dal vaso, che poteva indossare anche ornamenti ed essere vestito, occupando un suo determinato spazio come simulacro, come persona, nell'ambito della sepoltura.
Nella mostra sono state presentate 11 tombe che si datano tra il 530 e il 480 a.C. con sorpresa si è scoperto che quelle anfore dipinte a figure nere dai ceramografi etruschi, che facevano ben misera mostra di sé nelle impolverate raccolte ottocentesche, erano in realtà degli ossuari, stando proprio ai recenti ritrovamenti.
Nel sepolcro di Tolle le tombe che utilizzano anfore dipinte come ossuari sono di due tipi: a buca e a camera. Mentre le prime sono delle semplici fosse coperte da una lastra di pietra, le tombe a camera presentano una pianta vagamente quadrangolare, preceduta da un dromos. In questi piccola ambienti, l'anfora ossuario, chiuso da un coperchio o da una kylix (coppa per bere il vino), occupava il posto d'onore, posta quasi sempre al centro, talvolta su una lastra di pietra, insieme ad oggetti altamente significativi della pratica del simposio.
In qualche caso sono state rinvenute coppe importate dall'Attica, insieme a strumenti di bronzo di produzione etrusca, come il colino che servirà per filtrare il vino. Una papera alludeva invece alla cerimonia della libagione, cioè dell'offerta del vino alle divinità.
Attraverso la pratica ellenica del simposio, prerogativa del cittadino di rango in Grecia come in Etruria, il defunto continuava a partecipare per l'eternità a questo particolare momento aggregante per una famiglia e il gruppo sociale di appartenenza, senza tralasciare gli elementi rituali simbolici legati al mondo del vino, quel "vino lucente" che nell’Iliade viene versato per spegnere la pira funebre di Patroclo. Ma l'anfora, ultima dimora del corpo, diviene anche il supporto di un programma figurativo, di un’icona cui è affidato un messaggio, assumendo in forma più povera e sintetica lo stesso ruolo ricoperto dai grandiosi cicli storici delle tombe tarquinesi. Un'anfora della vicina necropoli delle Pianacce di Sarteano, ritroviamo scene di caccia di uccelli, al contempo un'immagine di vita e allegoria della morte. Gare atletiche, simbolo di una vita intensa come agone, ricordo al contempo di giochi funerari che si svolgevano in onore del defunto. Un'anfora cinerario recava due giavellotti di ferro infilati nell’ansa sinistra, quasi a personificare il defunto fissato nel suo ultimo lancio, scagliato verso l'eternità; ai suoi piedi era una fuseruola, dono silenzioso della sua donna.
Di altre figure possiamo intuire la valenza simbolica, come i felini plurimammellati che ritroviamo dipinti anche sui frontoni delle tombe di Tarquinia. Danzatrici si esibiscono in una danza ritmata: essendo talvolta alate, ci ricordano che la loro danza si svolge in un mondo che non è più il nostro. Grandi uccelli svolgono la loro funzione di tramite nel mondo degli dei; altri esseri alati, sfingei, sirene, riportano con più insistenza al mondo infero.
Non mancano i riferimenti allegorici al mondo di Dioniso, Fufluns etrusco, divinità ambivalente legata anche al mondo dell'oltretomba per essere colui che libera la madre Semele dagli inferi, mentre i satiri e menadi danzanti celebrano le pulsioni vitali e il ritorno alla vita. Anche Eracle, eroe divino particolarmente caro agli etruschi ai popoli italici, compare nelle sue imprese che lo condurranno alla definitiva divinizzazione: per raffigurarlo era forse ben ricordato per il suo ritorno vittorioso dal regno di Ade, quando cattura Cerbero o libera Alcesti.Non bisogna comunque cadere nell'errore inverso, poiché già nelle più antiche raccolte, accanto ai capolavori della ceramica greca, erano presenti vasi genuinamente etruschi questi, che apparivano sicuramente di uno stile più imbarbarito e corsivo, hanno rappresentato, sino a tempi recenti, se non un ministero almeno un problema, in quanto a classificazione, datazione, interpretazione, poiché per buona parte ne erano ignoti i contesti di provenienza.
Chi nel corso dell'estate appena conclusa a avuto la felice opportunità di vagare per la campagna senese, fuori dai percorsi del turismo di massa, potrebbe essersi imbattuto in una piccola mostra, intitolata " immagini etrusche: tombe con ceramiche a figure nere alla necropoli di Tolle a Chianciano Terme, e allestita a Castelluccio la Foce, non lontano dalla più nota città termale.
Di questa mostra, forse sfuggita a molti, resta ora il bel catalogo scritto da Giulio Paolucci, per i tipi di Silvana Editore. Con una presentazione gradevole, che aggira il taglio tematico ristretto, viene focalizzato un momento della storia di questa parte il territorio di Chiusi in età tanto arcaica. Negli anni grosso modo coincidenti con il regno di Porsenna..
Si tratta in realtà dell'epilogo di un più ampio scenario narrato dalla necropoli di Tolle che costituisce, con oltre 700 tombe scavate sino ad oggi, la più grande necropoli orientaleggiante e arcaica dell'Etruria settentrionale interna. Salvatasi dalle spoliazioni degli scavatori clandestini, questa vasta evidenza è oggetto da oltre un decennio di un paziente scavo e studio sistematico cura del Museo civico archeologico di Chianciano terme, diretto dallo stesso Paolucci.
Le sepolture tardo arcaiche della necropoli di Tolle appaiono in ideale unità con le usanze delle epoche precedenti. Si pensi ai più antichi ossuari antropomorfi, ne sono stati rinvenuti un centinaio nella necropoli, il cui rito della incinerazione appare mitigato dalle fattezze umane assunte dal vaso, che poteva indossare anche ornamenti ed essere vestito, occupando un suo determinato spazio come simulacro, come persona, nell'ambito della sepoltura.
Nella mostra sono state presentate 11 tombe che si datano tra il 530 e il 480 a.C. con sorpresa si è scoperto che quelle anfore dipinte a figure nere dai ceramografi etruschi, che facevano ben misera mostra di sé nelle impolverate raccolte ottocentesche, erano in realtà degli ossuari, stando proprio ai recenti ritrovamenti.
Nel sepolcro di Tolle le tombe che utilizzano anfore dipinte come ossuari sono di due tipi: a buca e a camera. Mentre le prime sono delle semplici fosse coperte da una lastra di pietra, le tombe a camera presentano una pianta vagamente quadrangolare, preceduta da un dromos. In questi piccola ambienti, l'anfora ossuario, chiuso da un coperchio o da una kylix (coppa per bere il vino), occupava il posto d'onore, posta quasi sempre al centro, talvolta su una lastra di pietra, insieme ad oggetti altamente significativi della pratica del simposio.
In qualche caso sono state rinvenute coppe importate dall'Attica, insieme a strumenti di bronzo di produzione etrusca, come il colino che servirà per filtrare il vino. Una papera alludeva invece alla cerimonia della libagione, cioè dell'offerta del vino alle divinità.
Attraverso la pratica ellenica del simposio, prerogativa del cittadino di rango in Grecia come in Etruria, il defunto continuava a partecipare per l'eternità a questo particolare momento aggregante per una famiglia e il gruppo sociale di appartenenza, senza tralasciare gli elementi rituali simbolici legati al mondo del vino, quel "vino lucente" che nell’Iliade viene versato per spegnere la pira funebre di Patroclo. Ma l'anfora, ultima dimora del corpo, diviene anche il supporto di un programma figurativo, di un’icona cui è affidato un messaggio, assumendo in forma più povera e sintetica lo stesso ruolo ricoperto dai grandiosi cicli storici delle tombe tarquinesi. Un'anfora della vicina necropoli delle Pianacce di Sarteano, ritroviamo scene di caccia di uccelli, al contempo un'immagine di vita e allegoria della morte. Gare atletiche, simbolo di una vita intensa come agone, ricordo al contempo di giochi funerari che si svolgevano in onore del defunto. Un'anfora cinerario recava due giavellotti di ferro infilati nell’ansa sinistra, quasi a personificare il defunto fissato nel suo ultimo lancio, scagliato verso l'eternità; ai suoi piedi era una fuseruola, dono silenzioso della sua donna.
Di altre figure possiamo intuire la valenza simbolica, come i felini plurimammellati che ritroviamo dipinti anche sui frontoni delle tombe di Tarquinia. Danzatrici si esibiscono in una danza ritmata: essendo talvolta alate, ci ricordano che la loro danza si svolge in un mondo che non è più il nostro. Grandi uccelli svolgono la loro funzione di tramite nel mondo degli dei; altri esseri alati, sfingei, sirene, riportano con più insistenza al mondo infero.
In questa necropoli come altrove in Etruria, delle tombe sono state rinvenute anche uova che venivano offerte alle divinità ctonie, come allusione alla rinascita del mondo infero. Rinascita efficacemente evocata dalla Gorgone decapitata da Perseo, da il cui collo nascono Pegaso e Crisaore: ancora la vita dalla morte.
Il naufragio del mondo antico, con la perdita della letteratura e dei libri sacri di etruschi, ci ha privato di una messe di informazioni. Trovandoci dinanzi alle loro ultime dimore, cogliamo dei messaggi non scritti che in parte ci illuminano sulle loro concezioni religiose. Prima ancora che messaggi alla posterità, queste immagini ci appaiono nella loro funzione primaria attribuitagli dagli uomini che le produssero: un viatico verso l'incognita realtà ultramondana, una speranza di salvezza e di "rinascita"
Il naufragio del mondo antico, con la perdita della letteratura e dei libri sacri di etruschi, ci ha privato di una messe di informazioni. Trovandoci dinanzi alle loro ultime dimore, cogliamo dei messaggi non scritti che in parte ci illuminano sulle loro concezioni religiose. Prima ancora che messaggi alla posterità, queste immagini ci appaiono nella loro funzione primaria attribuitagli dagli uomini che le produssero: un viatico verso l'incognita realtà ultramondana, una speranza di salvezza e di "rinascita"
domenica 4 novembre 2007
CENTRO RESTAURO
ecco come verrà
ecco come verrà
Mostriamo alcune riproduzioni dei disegni di Giordano Masci che illustrano come apparirà, una volta terminato, il nuovo centro di restauro Si mostra anche una planimetria del progetto, redatto da Mario Bianchi, che illustrano la disposizione dei locali in fase di realizzazione.
giovedì 1 novembre 2007
ORVIETO 4 novembre 2007 - foto e resoconto dell'escursione
Ultima uscita autunnale delle "domeniche al giro"; giornata splendida iniziata con la visita della suggestiva necropoli orvietana del "Crocifisso del Tufo". Qui le tombe, definite a dado, sono disponte come in una città con le strade che si intersecano e i nomi delle famiglie dei defunti incise sopra le porte di accesso alle camere funerarie, antesiniane delle odierne cappelle signorili.
La visita è poi continuata con l'escursione guidata alla "Orvieto Undenground" l'orvieto sotterranea con i suoi cunicoli scavati nel tufo e gli imponenti colombari.
Dopo il pranzo a sacco abbiamo visitato lo splendido e imponente Duomo; in particolare abbiamo concentrato l'attenzione sulla visita della Cappella di San Brizio con gli affreschi del Beato Angelico e di Luca Signorelli
La giornata si è conclusa con la visita del museo archeologico nazionale dove sono esposti bei pezzi etruschi ma molto deludente nell'allestimento e nella parte informativa.
Ultima uscita autunnale delle "domeniche al giro"; giornata splendida iniziata con la visita della suggestiva necropoli orvietana del "Crocifisso del Tufo". Qui le tombe, definite a dado, sono disponte come in una città con le strade che si intersecano e i nomi delle famiglie dei defunti incise sopra le porte di accesso alle camere funerarie, antesiniane delle odierne cappelle signorili.
La visita è poi continuata con l'escursione guidata alla "Orvieto Undenground" l'orvieto sotterranea con i suoi cunicoli scavati nel tufo e gli imponenti colombari.
Dopo il pranzo a sacco abbiamo visitato lo splendido e imponente Duomo; in particolare abbiamo concentrato l'attenzione sulla visita della Cappella di San Brizio con gli affreschi del Beato Angelico e di Luca Signorelli
La giornata si è conclusa con la visita del museo archeologico nazionale dove sono esposti bei pezzi etruschi ma molto deludente nell'allestimento e nella parte informativa.
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