mercoledì 13 marzo 2013

Un pezzo alla volta....tesori dal Museo Etrusco di Chianciano



STAMNOS A FIGURE ROSSE - Collezione Ferdinando Terrosi - Museo Etrusco Chianciano Terme
Il vaso presenta un tema molto popolare nelle figurazioni dei vasi attici: il ratto di Tetide. 
Da un lato è raffigurato il vero e proprio rapimento, Peleo che afferra la dea per la vita, nel lato opposto le sorelle Nereidi atterrite intorno al padre Nereo.

Il pittore ha evitato di inserire delle figure che vengono tagliate dalle anse o di inserire motivi floreali per separare i due momenti del dramma che sono, invece, collegati da un sobrio elemento paesistico (roccione sormontato da arboscelli).
Efficace la caratterizzazione delle figure e del racconto. Tetide è più grande e riccamente vestita delle sorelle e nell'ampiezza delle vesti sembra anch'essa un roccione a cui si avvinghia il giovane determinato eroe. In effetti si tratta per lui di una prova di coraggio e costanza: Tetide utilizzera tutto il suo armamentario di trasformazioni illusionistiche, di cui qui è rappresentato solo un gran serpente che si avventa contro Peleo e l'eroe non deve far altro che stare fermo contro i vari miracoli. 
E' una caratteristica del pittore quella di opporre grandi corpi e voluminosi panneggi a piccole teste dalla struttura delicata e dai profili nitidi e incisivi. Tale è Tetide sotto l'elaborato velo che copre il capo e tale è Peleo che inserisce i toni scuri dei suoi capelli bene annodati sulle vesti della dea.
Pittore di Syleus: Ceramografo ateniese, attivo entro la fine del V sec. a. C. È uno dei più notevoli artisti che operarono in Atene alla fine dell'arcaismo, fecondo e distintamente personale pur restando ancorato  al linguaggio dei più grandi della sua e della precedente generazione.  (attribuizione di Paribeni 1985 pp. 63-65)
 

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