La tesi di Specializzazione dal titolo “La necropoli di Tolle: un nucleo di tombe orientalizzanti”, discussa da Alice Del Re presso l’Università di Bologna, affronta lo studio di 16 tombe indagate a Tolle nel 1996 dall’Associazione Geo-Archeologica di Chianciano Terme.
Cinque delle tombe analizzate sono databili intorno alla metà del VII secolo a.C.; si tratta di tombe a ziro con corredi sostanzialmente omogenei tra loro, costituiti da vasellame ceramico di produzione locale e alcuni piccoli oggetti metallici di uso personale.
Le restanti tombe, datate tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C., rientrano nella tipologia della tomba a camera, ad eccezione della tomba 1, costituita da una cassa litica. In questo periodo diventa generalizzato, in ambito funerario, il rimando alla cerimonia del banchetto, testimoniato dalla diffusione di numerose forme destinate al consumo di cibo e di vino (kantharoi, kylikes, skyphoi…). Diviene più frequente, inoltre, la deposizione di oggetti che sottolineano il rango e il prestigio del defunto, indiziando così una maggiore complessità nella stratificazione sociale rispetto al periodo precedente. È il caso, per esempio, degli spiedi in ferro, che rimandano al consumo di carne e al rituale sacro ad esso legato, e delle punte di lancia, simbolo del rango aristocratico del defunto.
Il rito funerario prevalente è l’incinerazione, secondo la tendenza diffusa nel territorio chiusino in senso lato. Un’eccezione è rappresentata dalla tomba 3, che accoglie la deposizione di una inumata di sesso femminile, contraddistinta da numerosi elementi di ricchezza e di prestigio che la connotano come mater familias.
Dallo studio delle sepolture più recenti, inoltre, emerge un netto incremento della consistenza dei corredi e della presenza di prodotti importati dall’Etruria meridionale, segno della ricchezza della comunità di Tolle e della vitalità degli scambi commerciali, che furono certamente favoriti dalla posizione geografica del centro abitato, strategica per il controllo delle vie di comunicazione.
Cinque delle tombe analizzate sono databili intorno alla metà del VII secolo a.C.; si tratta di tombe a ziro con corredi sostanzialmente omogenei tra loro, costituiti da vasellame ceramico di produzione locale e alcuni piccoli oggetti metallici di uso personale.
Le restanti tombe, datate tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C., rientrano nella tipologia della tomba a camera, ad eccezione della tomba 1, costituita da una cassa litica. In questo periodo diventa generalizzato, in ambito funerario, il rimando alla cerimonia del banchetto, testimoniato dalla diffusione di numerose forme destinate al consumo di cibo e di vino (kantharoi, kylikes, skyphoi…). Diviene più frequente, inoltre, la deposizione di oggetti che sottolineano il rango e il prestigio del defunto, indiziando così una maggiore complessità nella stratificazione sociale rispetto al periodo precedente. È il caso, per esempio, degli spiedi in ferro, che rimandano al consumo di carne e al rituale sacro ad esso legato, e delle punte di lancia, simbolo del rango aristocratico del defunto.
Il rito funerario prevalente è l’incinerazione, secondo la tendenza diffusa nel territorio chiusino in senso lato. Un’eccezione è rappresentata dalla tomba 3, che accoglie la deposizione di una inumata di sesso femminile, contraddistinta da numerosi elementi di ricchezza e di prestigio che la connotano come mater familias.
Dallo studio delle sepolture più recenti, inoltre, emerge un netto incremento della consistenza dei corredi e della presenza di prodotti importati dall’Etruria meridionale, segno della ricchezza della comunità di Tolle e della vitalità degli scambi commerciali, che furono certamente favoriti dalla posizione geografica del centro abitato, strategica per il controllo delle vie di comunicazione.
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