Domenica 3 aprile 2016 si parte alle ore 8.30 con auto proprie dal Museo Etrusco di Chianciano Terme per escursione a Roselle e Vetulonia.
Per chi non porta la propria auto ma usufruisce del passaggio di altri, contribuirà alle spese di trasporto con 10 €.
Pranzo al ristorante (previsto nella zona di Roselle) o libero.
Ingresso a Roselle gratuito (prima domenica del mese)
Ingresso Museo Vetulonia 5 €
Necropoli Vetulonia gratuito
Roselle
L’area archeologica di Roselle, situata a circa 8 Km a nord di Grosseto, conserva i resti dell’antico abitato che qui sorgeva in età etrusca e romana. Il contesto geografico era particolarmente favorevole per la particolare situazione idrogeografica, che permetteva alla città di controllare il Lago Prile, ampia laguna comunicante con il mare che in età etrusca occupava l’attuale pianura maremmana.
La città di Roselle venne organicamente abitata dalla prima metà del VII sec. a.C. Risale a questo periodo, infatti, il cosiddetto “edificio con recinto”, costruzione con probabile destinazione pubblica i cui resti sono oggi visibili nell’area del Foro romano.
Un recente restauro (2003-2004), effettuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha reso fruibile ai turisti la visita di gran parte del circuito murario.
Nel VI sec. a.C la valletta intermedia e le due alture erano ampiamente urbanizzate, pur conservando una fisionomia diversa. Nella collina settentrionale furono realizzati, per lo più, edifici privati come dimostrano i resti della Casa dell’Impluvium, che rappresenta uno dei più antichi esempi di casa ad atrio con impluvio. Nell’altura meridionale erano concentrate strutture di tipo artigianale come testimoniano i forni per la cottura della ceramica, mentre nella valletta intermedia furono realizzate le costruzioni di maggior prestigio con probabile destinazione pubblica come la “Casa a due vani”, oggi visibile accanto all’Edificio con Recinto.
Sono riferibili, infatti, a quest'epoca l'anfiteatro, localizzato sulla collina settentrionale, il monumentale complesso forense con le costruzioni che vi si affacciano - come la Basilica dei Bassi con gli altri due piccoli edifici absidali sul lato settentrionale e la sede del Collegio dei Flamines Augustales su quello meridionale.
Ancora nella prima metà imperiale la Domus dei Mosaici, esempio tipo di abitazione romana con atrio ed impluvium centrale, fu ristrutturata con l’ inserimento di un impianto termale vero e proprio.
Più tardi, intorno al 120 d.C., furono, invece, costruite le terme pubbliche, oggi visibili sulle pendici della collina nord.
Dimostrazione dell’evidente ripresa economica, favorita dalla politica di Roma, è il complesso statuario dedicato alla famiglia imperiale, rinvenuto nella sede del Collegio dei Flamines Augustales, sacerdoti addetti al culto dell'imperatore.
L'impressione di una città abbastanza vitale, almeno durante il corso del I sec. d.C., è confermata dal ritrovamento, all’ interno della cosiddetta Basilica dei Bassi, di un secondo ciclo statuario.
I due complessi sono oggi esposti presso il museo Civico di Grosseto.
Nella tarda età imperiale Roselle fu, invece, soggetta alla decadenza che investì progressivamente le città romane: l’unico intervento di cui oggi abbiamo documentazione è l’impianto termale che fu costruito presso una delle porte della città, grazie all’intervento del governatore della Tuscia e dell’Umbria. I resti sono oggi visibili all’ingresso dell’area archeologica.
In età medievale Roselle era comunque un centro modesto,ma nonostante l'inarrestabile degrado, accolse, nel 499, il suo primo vescovo: Vitaliano. La cattedrale della diocesi e il cimitero furono impostati sopra i resti delle terme pubbliche del 120 d.C., utilizzandone le strutture preesistenti.
Nel 1138 una bolla di Papa lnnocenzo III sancì il trasferimento della diocesi nel vicino centro di Grosseto e da allora progressivo fu l’abbandono dell’ antica città.
Vetulonia:
Il museo è articolato in sette sale disposte su due piani accessibili anche al pubblico dei disabili motori e dei non vedenti. Nella sala A, dedicata alla figura di Isidoro Falchi e ai suoi scavi, sono esposti corredi funerari con vasi cinerari biconici e urne a capanna provenienti dalle necropoli di Poggio alla Guardia e di Poggio Belvedere di età Villanoviana (IX-VIII secolo a.C.). Al periodo Orientalizzante (fine VIII-VII secolo a.C.) risalgono invece i corredi delle tombe a Circolo dei Leoncini d’Argento e della Fibula d’Oro, ricchi di oggetti preziosi in argento e in oro. Allo stesso periodo risale la famosa stele (segnacolo funebre) in pietra del guerriero Auvele Feluske divenuta logo del museo. Nella sala B prosegue l’esposizione con il corredo della tomba a Circolo delle Pellicce e della tomba monumentale del Diavolino II; vi sono esposte anche oreficerie (collezione Lancetti) e un alfabeto inciso su pietra di età Ellenistica (II e III sec. a.C.), dalla Necropoli delle Dupiane. Le ultime due sale del primo piano (C e D) sono dedicate al territorio: vi sono esposti i reperti del tumulo di Poggio Pelliccia (metà VII- metà V secolo a.C.) una tomba monumentale riferibile a una famiglia aristocratica (sala C), alcuni corredi dalla necropoli di Val Berretta a Castiglione della Pescaia (VII-IV secolo a.C.; sala D). Le sale E-G del piano inferiore sono dedicate all’età ellenistica e romana con i reperti provenienti dai quartieri urbani di Costa Murata, Costia dei Lippi e Poggiarello Renzetti (fra i quali si segnalano le terrecotte architettoniche che decoravano il tetto del tempio di Costa Murata e l'atrio della ‘Casa di Medea’ a Poggiarello Renzetti), oltre che dai corredi funebri recuperati nelle tombe dello stesso periodo. L’esposizione museale trova un naturale completamento nel percorso archeologico esterno che si sviluppa dal centro del paese, dove edifici medievali sono costruiti sulle mura etrusche, ai quartieri abitativi e, più a valle, fino alle necropoli. Nella sala espositiva del museo sono ospitate ogni anno una o più mostre temporanee sui temi archeologico e storico artistico, che riportano periodicamente a Vetulonia gli straordinari corredi funerari depositati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Il museo attiva annualmente una stagione di laboratori didattici allestiti all'interno o presso lo spazio di archeologia sperimentale realizzato all'esterno intorno alla ricostruzione di una capanna di età Villanoviana.
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