- riportiamo la quarta di copertina del libro scritto da Stefano Bartolini sull'argomento:
Viviamo
in paesi ricchi, ci siamo affrancati dalla povertà di massa e abbiamo accesso
ai beni di consumo, all’istruzione, alla sanità, a una vita più lunga e sana.
Eppure ognuno di noi avverte nell’aria il serpeggiare di un’insoddisfazione
diffusa, di un malessere e un disagio psicologico che si esprimono in una
dolente e ostinata litania che passa di bocca in bocca: la mancanza di tempo.
Viviamo di corsa in mezzo a individui frettolosi. E a mancare è prima di tutto
il tempo delle relazioni con gli altri, sacrificate sull’altare del benessere
materiale, che conosce due soli imperativi: lavoro e consumo. Siamo più ricchi
di beni e sempre più poveri di relazioni. Ecco perché siamo sempre più
infelici. È questo il quadro desolante confermato dagli studi di varie scienze
sociali sulla «felicità» nei paesi a più alto grado di sviluppo. Ma davvero per
divenire più ricchi economicamente dobbiamo per forza essere poveri di
relazioni interpersonali, di benessere, di tempo, di ambiente naturale? Davvero
non esiste un’altra strada? Parte da queste basilari domande l’analisi e la
proposta di un economista che da anni studia il tema della felicità nelle
società avanzate. Perché i paesi ricchi non sono riusciti e non riescono a
coniugare sviluppo economico e benessere? Perché i dati evidenziano che la
felicità non è migliorata dal secondo dopoguerra, e anzi in certi casi, come
negli Stati Uniti, è addirittura peggiorata? Ad attenderci in queste pagine è
dunque un viaggio attraverso le cause e le soluzioni dell’insoddisfazione
contemporanea. Il cuore del problema è che lo sviluppo economico si è
accompagnato a un progressivo impoverimento delle nostre relazioni affettive e
sociali. Questo tipo di sviluppo non solo non produce benessere ma crea anche
enormi rischi per la stabilità economica, come la crisi attuale dimostra. Essa
infatti è il prodotto di un’organizzazione sociale che genera la
desertificazione delle relazioni umane. Ecco dunque perché il nostro sistema
economico e molti aspetti della nostra esperienza sia individuale che
collettiva – la famiglia, il lavoro, i media, la vita urbana, la scuola, la
sanità e persino la nostra democrazia – hanno bisogno di un profondo
cambiamento culturale e organizzativo. Governi e amministrazioni locali,
partiti e movimenti politici, imprenditori, manager, genitori, docenti, medici
e noi tutti abbiamo la possibilità e la necessità di riprogettare il nostro
mondo: coniugare prosperità economica e felicità è necessario e possibile.
Cambiare la scuola. Cambiare le città. Cambiare lo spazio urbano. Ridurre il
traffico. Ridurre la pubblicità. Cambiare il sistema sanitario. Sono
alcune delle proposte concrete che compongono un vero e proprio manifesto per
la felicità.
Vi aspettimo qualche minuto prima per un tè e i buonissimi dolcetti delle nostre fantastiche Socie. La settimana scorsa si sono cimentate nella pasticceria: Dina Puccinelli, Giovanna Lodovichi, Rosanna Lucarelli, Anna Viti, Lina Marini, Silvana Gallitto, Lilia Mazzolai, Sybilla Holtz, e Anna Ciacci, grazie a tutte.
Ingresso libero aperto a tutti fino ad esaurimento posti.
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