giovedì 26 febbraio 2015

Al museo Etrusco un sabato per la Felicità

Salve a tutti, questa settimana non parliamo nè di archeologia nè di storia, parliamo sulla felicità: Sabato 28 febbraio 2015 alle ore 17 al Museo Etrusco di Chianciano Terme, Stefano Bartolini, docente di Economia presso l'Università di Siena, ci parlerà di "Un manifesto per la Felicità - come passare da una società del ben-avere ad una del ben-essere".
- riportiamo la quarta di copertina del libro scritto da Stefano Bartolini sull'argomento:


Viviamo in paesi ricchi, ci siamo affrancati dalla povertà di massa e abbiamo accesso ai beni di consumo, all’istruzione, alla sanità, a una vita più lunga e sana. Eppure ognuno di noi avverte nell’aria il serpeggiare di un’insoddisfazione diffusa, di un malessere e un disagio psicologico che si esprimono in una dolente e ostinata litania che passa di bocca in bocca: la mancanza di tempo. Viviamo di corsa in mezzo a individui frettolosi. E a mancare è prima di tutto il tempo delle relazioni con gli altri, sacrificate sull’altare del benessere materiale, che conosce due soli imperativi: lavoro e consumo. Siamo più ricchi di beni e sempre più poveri di relazioni. Ecco perché siamo sempre più infelici. È questo il quadro desolante confermato dagli studi di varie scienze sociali sulla «felicità» nei paesi a più alto grado di sviluppo. Ma davvero per divenire più ricchi economicamente dobbiamo per forza essere poveri di relazioni interpersonali, di benessere, di tempo, di ambiente naturale? Davvero non esiste un’altra strada? Parte da queste basilari domande l’analisi e la proposta di un economista che da anni studia il tema della felicità nelle società avanzate. Perché i paesi ricchi non sono riusciti e non riescono a coniugare sviluppo economico e benessere? Perché i dati evidenziano che la felicità non è migliorata dal secondo dopoguerra, e anzi in certi casi, come negli Stati Uniti, è addirittura peggiorata? Ad attenderci in queste pagine è dunque un viaggio attraverso le cause e le soluzioni dell’insoddisfazione contemporanea. Il cuore del problema è che lo sviluppo economico si è accompagnato a un progressivo impoverimento delle nostre relazioni affettive e sociali. Questo tipo di sviluppo non solo non produce benessere ma crea anche enormi rischi per la stabilità economica, come la crisi attuale dimostra. Essa infatti è il prodotto di un’organizzazione sociale che genera la desertificazione delle relazioni umane. Ecco dunque perché il nostro sistema economico e molti aspetti della nostra esperienza sia individuale che collettiva – la famiglia, il lavoro, i media, la vita urbana, la scuola, la sanità e persino la nostra democrazia – hanno bisogno di un profondo cambiamento culturale e organizzativo. Governi e amministrazioni locali, partiti e movimenti politici, imprenditori, manager, genitori, docenti, medici e noi tutti abbiamo la possibilità e la necessità di riprogettare il nostro mondo: coniugare prosperità economica e felicità è necessario e possibile. Cambiare la scuola. Cambiare le città. Cambiare lo spazio urbano. Ridurre il traffico. Ridurre la pubblicità. Cambiare il sistema sanitario. Sono alcune delle proposte concrete che compongono un vero e proprio manifesto per la felicità.
Vi aspettimo qualche minuto prima per un tè e i buonissimi dolcetti delle nostre fantastiche Socie. La settimana scorsa si sono cimentate nella pasticceria: Dina Puccinelli, Giovanna Lodovichi, Rosanna Lucarelli, Anna Viti, Lina Marini, Silvana Gallitto, Lilia Mazzolai, Sybilla Holtz, e Anna Ciacci, grazie a tutte.
Ingresso libero aperto a tutti fino ad esaurimento posti.

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