Domenica 18 maggio partenza alle ore 14.45 dal Museo Etrusco di Chianciano, per il Castello di Montelifrè e Petroio con auto proprie.
Passeggiata con conferenza di Lucio Di Bella, Renzo Formichi e Serena Baglioni.
L'iniziativa, organizzata dalla Società Storica di Montepulciano e alle quale aderiamo volentieri, prevede anche brevi letture a cura dell'Arteatro di Montepulciano.
Ecco una breve presentazione di Montelifrè, tratta dal sito del Castello, e di Petroio, dal sito del comune di Trequanda (poi nel corso del pomeriggio i conferenzieri avranno occasione di approfondire il tutto):
Montelifré,
il
borgo medievale appartenente dal 1348 a una delle famiglie patrizie
senesi, i discendenti della quale lo abitano ancora. Alla sommità
si vedono i resti della antica fortezza distrutta dalla Repubblica
di Siena scesa in guerra, nella seconda metà del XVI secolo,
contro la famiglia stessa. Montelifré è sicuramente
uno dei castelli più antichi della zona.
Nel
Borgo è possibile percorrere le piccole strade e respirarne
i racconti passati, anche le pietre e gli antichi solchi dei carri
sul selciato ci sussurrano il vero cuore del posto… lasciatevi
andare un po' per scherzo un po' per passione e riprendetevi il
tempo per godere la tranquillità di questi luoghi.
Petroio
Il pittoresco borgo medioevale arrampicato
su un colle, si avvolge a spirale attorno
ad un'unica ed antica strada. I resti
delle vecchie mura, le antiche case
ed i palazzi, le chiese, le scalette
che si inerpicano fino al culmine della
torre e del case, hanno conservato di
Petroio il caldo color biondo dell'arenaria
con cui è stato interamente costruito.
La sua origine è Etrusca come
testimonia il nome, derivante dall'antico
Petruni, ed i reperti archeologici
rinvenuti nel territorio. Nei documenti
più antichi figura con il nome
di "Castro Pretorio".
In una bolla concistorile degli annali
Camaldolesi del 1180, viene nominato
come Pretorio.
Anche Petroio è stato insieme
a Trequanda, uno dei possedimenti dei
Signori Cacciaconti della Scialenga
e sottoposto poi all'autorità
della Repubblica di Siena . Il Borgo
diventò feudo prima dei Salimbeni
verso la fine del XIV° sec. e poi
dei Piccolomini Bandini ed alla caduta
della Repubblica di Siena passò
sotto il Granducato di Toscana.
Se ci si affaccia dal muretto che costeggia
la strada, sulla sinistra prima di entrare
nel Paese, si può vedere in basso
la piccola Chiesa di Sant'Andrea, sede
dell'antico Spedale. Della porta di
accesso resta una croce scolpita dai
Templari e dell'antica cinta muraria,
alcune torri sbassate.
Proseguendo il cammino , dopo la fabbrica
di terrecotte con la vecchia ciminiera,
si incontra la Chiesa romanica di San
Giorgio, la più antica di Petroio,
in cui sono custodite tele del XVII°
e XVIII° sec. Si arriva così
al rigoroso Palazzo Pretorio, oggi sede
del Museo della Terracotta appartenente
al circuito del sistema Museale Senese.
Sulla Piazzetta omonima si trova la
Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, nella
quale è custodita una tela ad
olio del pittore senese Rutilio Manetti
raffigurante l'Ascensione ed una pregevole
tela del pittore senese Taddeo di Bartolo
avente ad oggetto la Madonna col Bambino.
La strada a Spirale termina al sommo
del borgo dirimpetto alla Torre Civica,
in grossi blocchi di tufo squadrati,
e al Cassero - XII° sec. - prima
abitazione dei signori Cacciaconti.
Al termine della scala d'accesso si
trova la piccola statua in terracotta
ad effige di Bartolomeo Garosi detto
il Brandano , famoso ed eccentrico predicatore
medioevale. La caratteristica del paese
è l'uso ornamentale degli originali
e preziosissimi manufatti in terracotta
, tutt'ora prodotti dagli artigiani
: cani vigilanti, leoni, pigne , vasi
ed anfore, orci, edicole sacre , balconi,
grondaie e comignoli.
Bellissima la vista sul paesaggio di
boschi , vigne , campi e filari di cipressi.
I profili di Pienza, Montalcino e dell'Amiata,
si aprono nella superba panoramica che
da Petroio porta a Castelmuzio. Passeggiata
che al tramonto diventa veramente memorabile.
Un saluto a tutti e alla prossima
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