Lunedi 16 marzo si è svolto a Cortona un interessante convegno su "Antichità e Futuro" la comunicazione archeologica dove archeologi e giornalisti specializzati hanno esposto il loro pensiero su questo importante ed attuale tema.Da segnalare l'intervento di Rosati della regione Toscana che ha evidenziato che ha evidenziato l'importanza di semplificare la comunicazione evitando al contempo un eccessiva didatticazione, dare massimo ascolto alle esigenze dei visitatori con schede e con la mediazione degli operatori museali.
Il prof. Torelli ha insistito sull'importanza della ricerca, perchè i musei vivono se vive la ricerca all'interno degli stessi; il museo deve essere sempre aggiornato perchè soggetto ad invecchiamento in quanto cambiano velocemente i moduli di lettura dei visitatori. Puntare sulle scuole primarie e preparare il personale in grado di trasmettere piacere per l'archeologia con informazioni semplici e comprensibili.
Dopo vari interessanti interventi le conclusioni realistiche del prof Settis, rettore della Normale di Pisa, che ha riportato tutti alla realtà parlando della grande crisi che stà attraversando l'istituzione museale in particolare quella archeologica e ricordando a tutti che il museo non è necessariamente immortale e che sopravviverà solo se realmente lo vorremo. Ha citato poi alcune, secondo lui, aberrazioni dell'istituzione museo prima fra tutti quello della "bilbalizzazione" dell'istituzione cioè avere il contenitore più importante del contenuto come il museo di Bilbao.
Ha poi enfatizzato l'equivoco che un museo possa produrre reddito idea che stà portando alle idee più varie tipo prestiti di oggetti non più a fini culturali ma a pagamento. Ha poi concluso che il museo va visto come luogo di promozione didattica e culturale e quindi inteso alla stregua di una scuola e quindi impensabile ad una scuola come produttrice di reddito.
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